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Sezione “trans” Casa Circondariale di Como

Illustre Signor Direttore,
giungono ormai sempre più frequenti le segnalazioni, a questa segreteria locale, sul clima incendiario che si respira nella Casa Circondariale di Como. Soltanto nella scorsa settimana 2 agenti sono ricorsi alle cure del pronto soccorso per fatti svoltisi durante l’adempimento del servizio, se a ciò si aggiungono i circa 12 colleghi refertati dall’ospedale cittadino ad ottobre ed i molteplici eventi critici susseguitisi a novembre e dicembre allora il quadro delle condizioni lavorative di Como riesce finalmente a prendere forma.


In questo contesto si inserisce quanto avvenuto in data 17 dicembre nella sezione “trans”, si è dovuti procedere- giova ricordare- al richiamo in servizio, in piena serata, di svariate unità di polizia penitenziaria in seguito ad una sorta di “rivolta” che ha coinvolto parte dei detenuti ubicati nella sezione in oggetto e che ha visto la distruzione di tavolini, sedie, televisori ed altro materiale dell’Amministrazione Penitenziaria. Dalle notizie giunte a questa segreteria locale sarebbero occorse svariate ore per riportare ordine e sicurezza nel reparto, inoltre due reclusi sarebbero stati inviati in una cella del reparto infermeria ed una del reparto osservazione.
Al di là del plauso, dovuto e meritato, per i colleghi intervenuti nella gestione dell’evento critico, è necessario esporre alcune considerazioni che sono diventate quanto mai urgenti.
• Non è in linea con una efficiente organizzazione del lavoro gestire una sezione detentiva con appena 10 detenuti, sezione che comporta l’impiego di troppe unità di polizia penitenziaria a settimana, quando (per parlare soltanto del mese di dicembre) da programmato mensile inviato puntualmente alle o.o.s.s. non vengono garantiti i riposi settimanali e non viene garantita la fruizione del congedo ordinario durante le festività natalizie.
• Non è coerente con una corretta gestione del benessere del personale far lavorare i poliziotti in servizio in contesti di precaria sicurezza. Infatti il concetto di
“benessere del personale” per il comparto delle forze dell’ordine, a maggior ragione per la Polizia Penitenziaria, non può essere avulso e distaccato dalle condizioni di sicurezza o viceversa di precarietà nelle quali si lavora. Vista la specificità del comparto, specificità riconosciuta anche da contratti nazionali, il concetto di “benessere del personale” non può per il poliziotto penitenziario assumere il significato che può avere per l’impiegato amministrativo dipendente dall’Amministrazione Penitenziaria. Il concetto di sicurezza, o quanto meno di minor precarietà possibile, è pertanto essenziale. Per amor di brevità, per evitare di prolungare oltremodo la presente nota si invita la S.V. a fare un sopralluogo nel “reparto trans” e verificare se strutturalmente esistano delle minime condizioni di sicurezza per il personale ivi impiegato.
• Non appare accettabile che la stessa struttura fisica ospiti un reparto trans ed un reparto “semiliberi ed art. 21”.
Queste riflessioni nascono su un reparto che vivrebbe, dalle segnalazioni giunteci, profonde contraddizioni rispetto a tutte le altre sezioni detentive. Sembrerebbe infatti che le celle della sez. “trans” vengano chiuse alle 23.30 con un aumento del carico di lavoro sul personale in servizio e con un notevole aumento della probabilità di eventi critici. Si chiede pertanto alla S.V. di verificare se vi siano O.D.S., D.D.S. o direttive date verbalmente in tal senso.
Queste riflessioni nascono su un reparto che la Casa Circondariale di Como non può permettersi, sia in quanto a gravi carenze di personale sia in quanto ad evidenti mancanze strutturali. Né sarebbe accettabile, quanto meno da questa organizzazione sindacale, una eventuale proposta tendente a spostare il reparto lì dove ora vi è la sezione “nuovi giunti”. A parere di questa segreteria locale una eventuale proposta si porrebbe in netto contrasto con la circolare n. 3233/5683 emanata dal D.A.P. il 30 dicembre 1987 e con tutti i successivi interventi fino alla Circolare G.D.A.P. n. 0181045 del 6 giugno 2007.
In attesa di cortese e urgente riscontro, Distinti Saluti.