CC COMO " COMUNICATO STAMPA"

Il lavoro, qualsiasi sia la mansione e sede, necessita di tutele e diritti. Gli infortuni sul lavoro, in qualsiasi contesto avvengano, sono un grido d’allarme che richiede interventi concreti ed urgenti Un incontro, quello che si è tenuto stamani alle ore 10.00 in prefettura, fra il Subcommissario Uil del Lario Giuseppe Incorvaia coadiuvato dal segretario territoriale Uilpa Polizia Penitenziaria Dario Esposito ed il Prefetto Dottor Andrea Polichetti.


Le motivazioni, gravi ed urgenti, che hanno portato al confronto fra questa organizzazione sindacale e l’illustrissimo Prefetto in rappresentanza del Governo in provincia di Como, passano da numeri oggettivi e netti, numeri in grado di descrivere quanto sia avvertito il bisogno di un intervento delle Istituzioni nella Casa Circondariale di Como.

Secondo uno studio di Polis, ente di diritto pubblico e strumentale di Regione Lombardia, sarebbe circa il 30% il tasso di percentuale di detenuti che compiono atti di autolesionismo rispetto al totale, così come sono il 60% coloro che assumono terapia psichiatrica. A fronte di questi dati di fatto si assiste ad un utilizzo non congruo di figure professionali fondamentali: psicologi e psichiatri il cui monte ore appare irrisorio (5,5 ore da parte degli psichiatri ogni 100 ristretti, 8 quelle affidate agli psicologi a parità di condizioni). Una fotografia dello stato del Bassone del 2020/2021 (gli anni oggetto di interesse dello studio) una fotografia però che sembrerebbe confermata dalle circa 40 aggressioni subite dagli agenti penitenziari negli ultimi 18 mesi.

Questi numeri, calati nella realtà quotidiana, passano da elevati rischi per la sicurezza di chi lavora nelle carceri, viaggiano su obiettivi di rieducazione che fanno i conti con le carenze d’organico e di fondi per l’esecuzione penale, si inseriscono quindi a pieno titolo in quelle deformazioni (tra parte normativa e la sua reale attuazione) che nel 2023 una nazione che aspira a decantare una vasta cultura umanistica e giuridica non può più consentirsi.

Si impone pertanto il tema della tutela del lavoratore, qualsiasi sia la tipologia di contratto cui viene sottoposto il rapporto, perché i diritti non possono trovare frontiere nella mansione svolta o nella sede fisica in cui questa viene effettuata.
Così come si impone una riflessione, il sovraffollamento attuale o la decisa penuria di educatori non possono non sollecitarla, sul concetto di rieducazione e sulle necessità che questo principio costituzionale non viva solo sulla carta ma anche nella reale quotidianità tramite mezzi e risorse idonei.

In un clima di disponibilità offerto dal Signor Prefetto, cui va un sentito ringraziamento da parte di quest’organizzazione sindacale, si sono affrontati questi ed altri problemi (quali quello relativo ad importanti carenze d’organico nel reparto di Polizia Penitenziaria comasco), ottenendo una futura segnalazione – con nota di accompagnamento del Signor Prefetto- al Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria della Regione Lombardia.

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