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Egregio Sig. Direttore, ormai le continue segnalazioni di malessere ci costringono a dover necessariamente intervenire affinché si possano adottare immediate soluzioni, utili per ristabilire serenità a tutto il personale di Polizia Penitenziaria dell’Istituto di Milano-Opera.

A quanto sembra, ormai le numerose traduzioni di detenuti presso nosocomi esterni per visite mediche (cd. scorte visite), stanno creando non pochi disagi tra tutto il personale di Polizia Penitenziaria in servizio preso l’Istituto da Lei diretto.

E’ ovvio che per affrontare tale esigenza si renda necessario impiegare personale di Pol. Pen. dei vari posti di servizio, dalle c.d. cariche fisse a quello impiegato a turno nei reparti detentivi. Ormai il numero delle visite ha raggiunto i massimi storici di circa quindici al giorno, domeniche comprese.

L’attuale metodo genera diverse problematiche.

  • ➢  Riduzione del personale nei reparti detentivi, con particolare attenzione ai turni pomeridiani.Lei ci insegna che i cancelli di sbarramento, compreso il blocco, funzionano da filtro per contenere il passaggio arbitrario dei detenuti, pertanto costituisco la chiave di volta per la sicurezza dei reparti detentivi. Non è plausibile che un Agente debba coprire più posti di servizio, e gestire in taluni casi il doppio dei detenuti in sua custodia. La marcata riduzione del personale, non garantisce una flessibilità nelle turnazioni, sia in termini di ferie che di richieste cambio turno.
  • Sembra che viene richiesto continuamente, con sacrificio, di trattenersi oltre il proprio servizio. Già articolato ben oltre le 36 ore settimanali.
  • Ci viene segnalato che sovente vengono programmati, per mancanza di personale, in alcuni piani dei reparti detentivi, tre unità, a fronte delle quattro previste, compreso il blocco agenti; per poi arrivare a due nei casi d’assenze a vario titolo. Oltre al sovraccarico di lavoro, entra in gioco in questi termini la stessa sicurezza per il personale e dell’Istituto.
  • ➢  Le c.d. cariche fisse, ormai le potremmo definire “cariche mobili”.
    Ogni ufficio dell’Istituto è composto da un esiguo numero di personale, sulla logica di un dato carico di lavoro.
    Il continuo distoglimento dal proprio impiego, genera sovraccarico e ritardi.
    Il personale si trova condizionato a dover trattenersi in servizio oltre il proprio orario, oppure a inibirsi a chiedere riposi/ferie.
  • ➢  Approntamento visite sottoscorta. La carenza purtroppo spinge, a chi organizza il servizio, in alcuni casi a programmare il servizio anche superando la logica della sicurezza. Sia per i detenuti AS che per quelli che necessitano di particolari attenzioni. Ormai è quasi la prassi che due unità bastano.
  • L’elenco potrebbe andare ben oltre, ma non è nostra cultura sindacale essere pretestuosi e alimentare altro caos. Chi legge, il mondo carcere lo conosce già.

Su quanto anticipato, oltre a sindacare, proponiamo.

  • ➢  Ripristino Gruppo Operativo Interno. Prevedere un’aliquota adeguata di personale da impiegare per le scorte visite e servizi vari. Sarebbe utile, che il personale ivi assegnato ruotasse semestralmente, per garantire a tutti la possibilità di scrollarsi la routine dei reparti detentivi e accrescere la propria esperienza. Così facendo, la programmazione dei servizi reparti e degli uffici non soffrirebbe, così come avviene, di repentini e continue alterazioni.
  • ➢  Potenziamento visite specialistiche intramoenia. Si potrebbe chiedere alla Struttura Ospedaliera San Paolo, di incrementare le visite presso il reparto SAI anche nelle ore pomeridiane, e rivedere il numero degli addetti all’ufficio specialisti.
  • ➢  Programmazione scorte visite. Sensibilizzare una maggiore distribuzione delle visite giornaliere, ed evitare picchi in determinati giorni o determinate ore, al fine di poter impiegare la stessa scorta in più visite.
  • ➢Richiesta incremento patenti di guida. L’esiguo numero di patentati, crea sovraccarico su taluni operatori e rende poco funzionale e flessibile la programmazione.

➢ Automezzi. Anche il ridotto numero di automezzi a disposizione della Direzione, pone non poche difficoltà alla programmazione delle scorte.

Sulla base di quanto rappresentato e proposto, è evidente che i fattori che minano l’intera macchina amministrativa, sono molteplici. Oltre alle unità di scorta, ovviamente ci sono altri aspetti che andrebbero rivisti al fine migliorare ed ottenere un massimo rendimento.

I vari punti pongono l’attenzione su criticità dalle quali derivano grandi responsabilità di sicurezza e benessere del personale. Quest’ultimi aspetti si muovono di pari passo, sottovalutarli, a nostro avviso, sarebbe un enorme errore.

Ci rendiamo disponibili per qualsiasi confronto per una propositiva soluzione.

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