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Signor Provveditore, giungono copiose, a questa organizzazione sindacale, segnalazioni riguardo ad alcuni eventi critici accaduti recentemente nella Casa Circondariale di Sondrio. Sembrerebbe che quanto si sta per descrivere scaturisca dal fatto che i ristretti necessitino con urgenza di risposte, richieste peraltro dagli stessi, necessarie per un ordinato svolgimento della vita detentiva. E' ovvio che questa Organizzazione Sindacale non voglia,

né ami, far invasioni di campo né adoperarsi in tematiche non di stretta competenza, tuttavia essendo in gioco – in questa circostanza - non solo le richieste della popolazione detenuta ma anche e soprattutto il benessere del personale, la tutela della sicurezza e dell’incolumità fisica dei colleghi, allora – “Lei sicuramente comprenderà” - è consequenziale che la questione diventi vitale anche per questa Sigla Sindacale. Difatti è ferma convinzione che tutti gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nonché tutti i lavoratori che, a vario titolo,espletano le proprie mansioni all’interno della Casa Circondariale di via Caimi debbano essere salvaguardati in tutto e per tutto. Venendo al tema di questa nota, sembrerebbe che tutti i reclusi ubicati nella sezione ordinaria abbiano, in data 2 novembre, dato vita ad una protesta, rifiutando il vitto dell’Amministrazione, la somministrazione della terapia nonché ribadendo più volte la promessa di non far rientro in cella quando sarebbe giunta l’ora della chiusura. Praticamente, ci venga concesso questo inciso, viene da dire che la giornata era iniziata all’insegna di una plateale, netta e partecipata protesta da parte di tutta la popolazione detenuta. Signor Provveditore, ci sembra ovvio che l’assenza di un educatore avente sede stabile a Sondrio, la mancata copertura h24 da parte dell’area sanitaria, l’assenza di un direttore stabile e presente quotidianamente nella Circondariale porti a gesti esasperati a scapito degli operatori penitenziari: a scapito chi di opera nella cd. prima linea e soprattutto di chi appartiene nel ruolo agenti/assistenti impiegati di servizio presso le sezioni detentivi. Come ben si può comprendere dai fatti esposti, se quanto descritto troverò conferma, possiamo benissimo credere che le premesse per una giornata che avrebbe potuto finire sui titoli di cronaca dei media locali e nazionali vi erano tutte, tuttavia – e questo si vuol porre doverosamente in evidenza - a far da contraltare a queste forme irrituali, non ortodosse e non coerenti con l’ordinamento penitenziario, di manifestazione di dissenso vi è stata sicuramente l’estrema, precisa, ferma e sobria professionalità del Reparto di Polizia Penitenziaria. Ci sembra doveroso, nonché giusto, fare i complimenti a tutti gli operatori Penitenziari della C.C. Sondrio e al sostituto commissario attualmente e provvisoriamente Comandante di Reparto della Circondariale di Sondrio che sembrerebbe sia stato informato nella mattinata in merito alla situazione in atto, mentre regolarmente svolgeva servizio nella Circondariale di Lecco e, a quanto ci è dato sapere, in poco tempo giungeva immediatamente sul posto per accertarsi e dare le giuste direttive, fornire tutela e serenità al personale di polizia penitenziaria. Signor Provveditore, non si vuole assolutamente entrare in polemica su quanto accaduto anzi, il senso di questa nota a Lei indirizzata, oltre l’obbligo e il dovere, ha soprattutto lo scopo di porre in evidenza la professionalità ed il senso della misura di tutto il Personale in servizio nel turno mattutino della giornata in questione, ad iniziare dal Comandante di Reparto fino ad arrivare al personale che era maggiormente esposto, al fine di poter valutare, positivamente gli estremi per una richiesta di ricompensa ai Superiori Uffici anche per dare dimostrazione di vicinanza a tutto il personale di polizia penitenziaria. Infine corre l’obbligo inoltre di chiederLe un suo diretto ed autorevole intervento affinché alcuni dei ristretti, maggiormente distintisi per capacità di proselitismo nella vicenda, possano essere trasferiti al fine di non turbare ulteriormente il sano viver civile nella Circondariale di Sondrio. Nell’attesa di un cortese e urgente riscontro, distinti saluti