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Illustre Signor Direttore,
Con la presente nota sindacale appare opportuno richiamare ed invitare ad un maggior rispetto dell’Accordo Quadro Nazionale, duole constatare infatti che il programmato mensile di dicembre relativo ai colleghi a turno fa scempio sia dei diritti costituzionalmente garantiti al dipendente e previsti dalla Costituzione (come anche da numerose circolari) come insopprimibili, sia dei diritti soggettivi la cui compromissione, a favore dell’esigenza di servizio, richiede specifiche e tassative garanzie.


Prima di affrontare in modo tecnico e dettagliato la tematica sopraesposta, preme sottolineare che questa Organizzazione Sindacale ha guardato con curiosità ad alcune conferenze di servizio svoltesi fra settembre ed ottobre, conferenze nelle quali i vari interlocutori garantivano un nuovo corso di trasparenza ed equidistanza nella compilazione dei servizi. Ebbene, a parere di questa Segreteria Locale, non può esservi trasparenza se non nel pieno rispetto delle regole, da non intendersi soltanto in quelle che consentono all’Amministrazione di chiedere sacrifici e rinunce ai colleghi, da intendersi prima e soprattutto in quelle che garantiscono dei legittimi diritti ai poliziotti penitenziari. Infatti, seppur nel silenzio più assordante di altre organizzazioni sindacali questa O.S. non vorrebbe che il “nuovo corso” fosse inteso unicamente nell’ottica dell’abdicazione del benessere del personale, specialmente di quello a turno.
Chiarito l’intento costruttivo di questa nota, è necessario ora passare agli aspetti tecnici della stessa:
1. Vi sono alcuni colleghi a turno, essenzialmente nell’unità operativa Delta 2, che non si sono visti garantire (nella compilazione del programmato mensile di Dicembre) il riposo settimanale. Fra i vari, salta agli occhi un caso limite di un collega che fra l’8 dicembre ed il 25 dicembre, per ben 16 giorni di servizio continuativo, non ha alcun riposo settimanale. Così come di un altro collega che nella settimana che va dal 13 al 19 non può godere di alcun riposo psicofisico e per farlo deve attendere il giorno 25.
Senza voler allungare l’elenco, ma si può ben capire come non siano solo questi i casi segnalatici, è doveroso ricordare la circolare dipartimentale GDAP-0439802-2008 in cui si dice: “ il riposo settimanale d’obbligo è di una giornata se l’organizzazione del lavoro è stabilita in sei giornate settimanali…. Con tali presupposti ritenuti inderogabili…” Così come afferma anche l’email del 25/03/2013 avente protocollo nr. 9035/SAG dell’Ufficio Segreteria ed Affari Generali del Provveditorato dell’Emilia Romagna che, a firma del Dottor Pietro Buffa, nel rispondere ad una organizzazione sindacale, diceva testualmente: “si ribadisce che il riposo settimanale rappresenta un diritto costituzionalmente garantito, irrinunciabile ed incomprimibile”. Basti pensare, per chiudere qualsiasi dubbio sull’argomento, che l’art. 36 della Costituzione afferma: “ il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e non può rinunziarvi”.
2. Altra problematica che mette concretamente a rischio sia il benessere psicofisico del personale dipendente sia la norma pattizia, è l’abitudine che si sta prendendo nel variare i turni di servizio senza un previo avviso al diretto interessato. Infatti nella prima settimana di dicembre, ma si potrebbe dire ugualmente per i tre mesi precedenti, sono parecchi i colleghi che hanno avuto variazioni importanti (es. anziché un turno mattutino uno notturno o serale) senza un minimo preavviso.
A tal riguardo è giocoforza menzionare l’art. 8 comma 10 dell’Accordo Quadro Nazionale che recita: “ I turni programmati non possono essere soggetti a variazione se non per motivate esigenze di servizio… Il Comandante informa tempestivamente, dando conferma per iscritto, il dipendente della variazione del turno e delle sue ragioni”. L’A.Q.N. che è tassativo nelle garanzie poste a disposizione del poliziotto penitenziario non è rispettato nemmeno nella sostanza, in molteplici casi non si è proceduto infatti neppure ad un avviso verbale.
3. Un’ulteriore lacuna che non si può tacere nel programmato mensile di dicembre è che alcuni colleghi, fra questi anche dei poliziotti che non hanno fatto alcuna richiesta in tal senso, hanno un accumulo di notti in intervalli temporali eccessivamente brevi. E’ il caso di alcuni colleghi che dovranno svolgere 3 notti nell’arco di 10 giorni con una palese violazione del P.I.L. che all’art. 5 paragrafo 2 comma c dice: “fra due turni notturni devono trascorrere di norma 6 giorni, intervallo che può essere diminuito solo in caso di diversa richiesta del dipendente.”
Le violazioni dell’ A.Q.N. sono molteplici, basti ricordare per ultimo l’art. 10 che impone che “ solo in presenza di inderogabili esigenze di servizio attinenti in via preminente con la sicurezza, le prestazioni di lavoro straordinario possono essere richieste senza il consenso del dipendente”. In tal caso però, l’art. 10 prosegue dicendo, il provvedimento col quale si dispone il lavoro straordinario deve essere dettagliatamente motivato. Non risulta che, ad oggi, sia stato chiesto ai colleghi a turno di esprimersi singolarmente sulla propria disponibilità ad effettuare lavoro straordinario e pertanto si procede senza la giusta differenziazione fra chi vuol dare la propria disponibilità a riguardo e chi, fatta eccezione per inderogabili esigenze di servizio, non ha intenzione di darla.
L’opinione di questa Segreteria Locale è che molti dei problemi sopra esposti dipendano da una errata organizzazione del lavoro, da una errata ripartizione delle unità che ha privilegiato le cariche fisse penalizzando il numero di uomini a disposizione del servizio a turno. Tuttavia essendo stati toccati dei cruciali diritti dei poliziotti penitenziari, non potendosi quindi aspettare che avvenga una ridiscussione del p.i.l., si chiede di fare il possibile per riportare serenità fisica e mentale ai baschi azzurri in servizio nella C.C. di Como.